#NewYork(wild)life

Solstizio d’estate

Le sirene ululano lontane mentre la musica imperiosa della Madama Butterfly contrappone un silenzio estatico nel cuore di Central Park. Sono le notti d’estate newyorkesi. Migliaia di persone radunate su un enorme prato – il Great Lawn – equipaggiate di tutto punto con coperte, candele, vino e pietanze disposte accuratamente sui vassoi preparati per l’occasione. New York si raccoglie all’opera. E la musica dell’orchestra del Metropolitan rarefà l’aria. Il palco coperto da un tendone a forma di manta sembra che debba decollare e dissolversi non appena la musica si spegnerà. Tutt’intorno l’immagine della città diffusa dai media: i grattacieli illuminati, le macchine che corrono, la gente che si sfiora senza guardarsi. Nel cuore del cuore del mondo le note di Puccini lievitano. La New York che va all’opera a Central Park è composta da famiglie con bambini, giovani innamorati, musicisti e intenditori, quelli – per intenderci – che chiudono gli occhi alla prima nota e non appena l’orchestra comincia a suonare zittiscono noi sempliciotti che scattiamo fotografie e accendiamo candele sulla notte per ricordare questa nostra giovinezza, questa nostra gloriosa estate del nuovo millennio passata nel cuore del cuore del mondo. Butterfly muore, gli applausi prorompono e rompono il silenzio attonito. La vita ricomincia a scorrere. La vita ricomincia a correre.  Solstizio d'estate

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